SUDario cardiaco
Quando si ama si impara a vivere di contrasti, di contraddizioni, nel pieno e nel vuoto al contempo. Ci si veste di luce e di ombra quando si ama.
Sono romana. Dai nonni ho origini varie: laziali, marchigiane, toscane e trentine. Nessuno dei miei nonni è morto nella propria terra. Nessuno dei miei nonni tornava di tanto in tanto nei luoghi natii. Incredibile, nessuno dei quattro. Un distacco netto da ogni prima. Conosco le terre delle mie radici, ma non così bene quindi, le conosco da buona turista, forse da turista che ha approfondito, ma non oltre.
L’amore, dicevo, accade per mille meravigliosi e immateriali motivi. A me è accaduto il Sud. Venticinque anni fa un caro amico mi aveva portata in Salento a Pasqua. Non ho più potuto farne a meno. E prima ancora mio padre mi aveva fatto conoscere Napoli. Tutta la mia vita è un nomadismo continuo verso sud. Verso il sud di ogni nazione, verso il sud del mio corpo, verso il sud della mia anima. Più vado a sud, più comprendo il nord.
E questo amore del quale non ho controllo, mi ha dato tanto e mi ha tolto altrettanto.
Sono anni che cerco di alimentare in me ogni questione di genere. Provo ad essere indipendente dagli stereotipi femminili, a scrollarmi di dosso tanta cultura patriarcale introiettata dalla nascita. Ripudio quel maschilismo, quel machismo, che tanto ci ha violate, umiliate, schiavizzate. In Italia tutto questo è ancora profondamente presente. Al Sud tutto questo è ancora radicato. Al Sud ci sono donne pazzesche. Coraggiose, passionali, intelligenti, creative, con una sapienza ancestrale. Ma tutte coloro che sono così, la pagano dura. Devono fare il doppio della fatica, anzi il triplo. Sono sbeffeggiate, sminuite, isolate. Hanno difficoltà ad avere una relazione sentimentale costruttiva con un uomo e quando ce l’hanno, spesso sono bersagli di competizione, di invidia, di costanti tentativi di addomesticamento e se fanno carriera, se lavorano a qualcosa che amano, devono occuparsi di mille altre cose dimostrando di riuscire a fare tutto alla perfezione, per non deludere, per non essere meno donne, per non essere pessime madri, pessime compagne e possibilmente, meglio non abbiano più successo del loro partner.
Eppure io amo il Sud. Profondamente creatore e profondamente distruttore.
Un giorno, se la vita me lo concederà, avrò una casa e un pezzetto di terra tra il sole cocente e gli ulivi. Qui ho amato uomini che mi hanno fatto incazzare assai, uomini che mi hanno insegnato molto, anche a mandarli a quel paese. Qui ho incontrato amici e amiche per la vita. Qui ho lavorato benissimo ma anche malissimo. Eppure io amo il sud. E non posso farne a meno.
Anni fa ho scritto un piccolo manifesto per questo mio nomadismo sudista. Un inno che ho portato ovunque, che molti colleghi e molte colleghe interpretano nelle scuole, nei teatri. Qui, ospite del concerto del cantautore salentino Luigi Mariano, che mi accompagna con la chitarra improvvisando, continuo a dar voce a questo amore. Ché tanto è più grande la luce, tanto è più grande l’ombra che essa produce.
***
SUDARIO CARDIACO
Passi e sospiri di una forestiera
Sud il mio sguardo interiore,
che cerca, domanda, aguzza la vista.
Sud le mie viscere, il mio cuore, il mio dolore.
Sud il mio tuffare, il mio cadere, il mio giacere.
Sud il mio sorgere, il mio sbocciare il mio fruttare.
Sud da Roma mia, per la consolare Appia, per le mulattiere.
Sud per transumare, per sentire, per comprendere.
Sud sempre accolta, sud sempre accorta.
Sud accasata, lusingata, desiderata.
Sud tradita, sparlata, straniera.
Sud richiamo, magia, ricordo.
Sud patto di sangue, rosso piccante, tramonto sfacciato.
Sud verde speranza, verde invidia,
celeste di lacrime, azzurro di addii,
marrone di orme e fango, giallo di canto.
Sud dove la polvere è terra, la terra è pelle, la pelle è sole.
Sud che è mancanza, vergogna, reputazione.
Sud moglie e madre, sud amante e sesso.
Sud immacolato, sud prostituito.
Sud chiassoso e ridente, pacchiano, festaiolo, ardente.
Sud muto e bugiardo, sotterraneo, silente, segreto.
Sud calloso e ortolano, schiene spezzate, mani gonfie, denti morti.
Sud di avvocati, dottori, maestri, sud di carabinieri e soldati, sud in nero.
Sud elegante e prezioso, arcaico, artigiano, sapiente.
Sud porto, rifugio, sbarco. Sud deserto, rovina, cimitero.
Sud morte e lavoro, sud centenari e nipoti.
Sud tossine e discarica, amianto, mercurio e diossina.
Sud genuino e saporito, culinario, fatto in casa, farcito.
Sud maceria, cemento, appalto, sud roccia, sabbia, tronco.
Sud preistoria, origini, arte.
Sud sospettoso e colpevole, giudicante, bigotto, ricattatore.
Sud case aperte e ospite sacro, evviva la sposa, figli maschi, nozze d’oro.
Sud onomastico, comunione, cresima.
Sud ipocrita, gaudente, eccitato.
Sud cattolico, santo, martire.
Sud di fede e infedeli.
Sud di ventri grandi e vogliosi, di calure, ustioni, vampate.
Sud di ripudio e scherno, di vendetta e minaccia, di paure e sospetto.
Sud di brindisi e serenate,
stornelli e lune argento,
sagre e discoteche.
Sud televisione, soap opera televendita.
Sud di maghi, streghe, tarocchi.
Sud di poeti, solitudine e teatro, sud di saggi e pagine piene.
Sud di tavole, forni e pozzi, di fabbriche e campi.
Sud avanti Cristo, sud ogni Cristo.
Sud di Madonne e Vergini,
di patroni e padroni.
Sud mistero e poesia,
rigore e barocco,
arcobaleno italico e greco,
bizantino e arabo,
albanese e zingaro,
normanno e spagnolo.
Sud che va via, sud che mai via.
Sud che ricorda, che dimentica, che invecchia.
Sud di bar e corti, sedie sull’uscio, calcio e messa.
Sud che nasce malgrado tutto,
che annoia scugnizzi, dispera studenti.
Sud orgoglio e onore, fermezza e vanto, terra dei nonni.
Sud abbandonato, moribondo, rinnegato.
Sud sognato, voluto, sperato.
Sud che risucchia, contiene e scalda.
Sud che è fessura, crepa e natura.
Sud che è bastone, potere e croce.
Sud partoriente e invadente creatore.
Sud anima, corpo, verbo.
Sud malgrado Sud.
Sud dal quale tutti veniamo,
sud al quale tutti torniamo.