Nuda come una stella
Siamo stelle. Siamo costellazioni, galassie.
Nude. Senza filtro. Nude, con tutta la nostra energia, il nostro intuito, la nostra connessione spirituale con il cielo, quella carnale con la terra. Autentiche ci doniamo al mondo. Ci doniamo al mondo donando a nostra volta. Mettendoci al servizio. Restituendo le nostre acque interiori al fiume originario, alla terra, alimentando il moto perpetuo. Dissetando la terra con il nostro amore, la gratitudine, la sacralità della vita.
Le Stelle sono punto di riferimento nel buio della notte. Le Stelle sono uno strumento per trovare la propria strada nel vasto Universo in cui noi tutti evolviamo.
Possiamo fare moltissimo per noi stesse e per il mondo. Possiamo offrire i nostri talenti, la nostra sensibilità, la nostra capacità di partorire figli, progetti, rinnovamento. Portatrici di pace, serenità, cura.
Non sprechiamo le nostre energie consegnandole a chi o a ciò che non ne farà tesoro. O a chi e a ciò che le succhierà senza restituirle alla terra.
Siamo chiamate ad essere la Stella di noi stesse e quando lo siamo, lo diventiamo per tutto il mondo. L’immenso valore che l’energia femminile porta in sé è un’energia che tutto il genere umano ha. Noi donne, e tutt* coloro che danno ascolto, alimentano, fanno agire questa energia, abbiamo la capacità di guidare attraverso la comunicazione, la saggezza ricettiva, attraverso un “altro genere di forza” ( per citare Alessandra Chiricosta)
Dopo le terribili devastazioni, gli scuotimenti, la distruzione la Stella arriva in aiuto, è lì per avviare una rinascita, per purificare le acque e la terra, per riattivare la forza e la luce cosmica.
Mie amate indisciplinate, di fronte alle distruzione, alla cultura della morte, alla violenza, al potere che domina, noi possiamo e dobbiamo offrire la potenza della ribellione. La potenza di essere RI – BELLI, ossia la potenza di tornare al bello. A ciò che è in naturale e profonda connessione con l’essenza, con le origini, con la vita, con l’identità, con il tutto.
Siamo una moltitudine di stelle. Diamo omaggio alla nostra luce. Che le nostre voci, i nostri corpi, le nostre vite siano portatrici di risoluzioni, di pace, di evoluzione.
Lo dobbiamo a noi stesse. Lo dobbiamo al mondo.
Oggi, 8 marzo 2022, vi abbraccio tutte con amore. Ci ritroviamo in piazza a far brillare le nostre voci.
Sangue, viscere e scheletro
le mura, i confini, l’orto
di quel sacro vuoto animale
che siamo noi donne.
Deponiamo aureole e bordelli.
Unica elemosina accettabile,
la polvere delle stelle,
il polline dei fiori.
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L’Arcano XVII rappresenta una donna nuda inginocchiata sotto un cielo stellato, il primo essere umano a comparire nudo nei Tarocchi, prima degli Arcani XVIIII, XX e XXI. Con esso comincia l’avventura dell’essere che è giunto allo stato della purezza, del distacco. La donna rappresentata nella Stella non ha, quindi, nulla da nascondere. Il gesto della donna, piegata su un ginocchio, ricorda l’atto di adorazione che gli antichi rivolgevano agli dei versando nel fuoco o nell’acqua una coppa di vino. Il suo ginocchio posato per terra può essere anche un segno di ancoraggio: ha trovato il suo posto sulla Terra ed entra in comunicazione con il cosmo. Nella numerologia dei Tarocchi, il 7 è il grado più elevato dell’azione nel mondo: vi sono molti punti in comune tra la Stella e il Carro: entrambi affondano le radici nella terra, sul baldacchino del Carro splendono dodici stelle che indicano il suo legame con l’universo. Ma se il Carro penetra nel mondo come un conquistatore, la Stella agisce sul mondo irrigandolo, nutrendolo. I seni nudi rimandano alla lattazione, e si potrebbe vedere nelle stelle un’allusione alla Via Lattea. Le stelle che sono otto, numero della Giustizia e dell’equilibrio, dell’armonia cosmica al cui ritmo vibrano tutte le creature, ci indicano che si è raggiunta una perfezione: la perfezione del dono. La donna versa da due anfore due liquidi: uno, che sembra sgorgare dal sesso ed è versato dalla mano sinistra, cade sulla terra; l’altro è versato dalla mano destra nell’acqua che formerà, nella carta seguente, la pozza d’acqua da cui emerge il gambero della Luna.
Quello che la Stella riceve dall’alto lo riversa sulla terra per fertilizzarla. Qui il cammino itinerante del Matto, energia primaria, Arcano senza numero, origine delle origini, si ferma per cedere il passo a una comunicazione con l’umanità. L’essere generoso diventa fonte inesauribile che dà e riceve in un medesimo movimento di purificazione. A mano a mano che svolge la propria azione, fertilizza e schiarisce il paesaggio, terra, sabbia, alberi, acqua. E ecco che l’uccello, in cima a un albero, si prepara a spiccare il volo verso il centro nero delle stelle. La forza che scaturisce dal centro dell’universo, simboleggiata dalle stelle, scende verso l’essere umano, purifica la terra e ritorna all’universo, in un movimento di eterno ritorno. La figura dell’uccello può anche ricordare l’araba fenice che rinasce dalle proprie ceneri. In questo senso, la Stella è il canale dell’infinito e dell’eternità.
La Stella rappresenta la guida spirituale che ci portiamo dentro, collegata alle forze più profonde dell’universo, alla divinità. E lo sconosciuto che abbiamo dentro di noi e in cui possiamo avere fiducia: la nostra “buona stella”.
E SE LA STELLA PARLASSE
Sono nel mondo, sono del mondo, agisco nel mondo. Sono in me, sono di me, agisco in me. Separata e unita nello stesso tempo, minuscolo ingranaggio di una macchina cosmica, collaboro, ricevo e do, assorbo e distribuisco. La mia nudità è totale: nessun principio mi guida, nessuna legge che non sia quella naturale.
Se dico sono è perché nell’infinita molteplicità degli esseri e delle cose ho trovato il mio posto, nel mondo e in me stessa, non ha importanza dove. Non ho bisogno di cercare, non ho nessuna immagine di me stessa, sono al mio posto. Qui e ovunque, volontariamente legata.
Sono in ciascuna particella di polvere, in ciascun territorio, in ciascun corso d’ acqua, in ciascuna stella, in ciascuna parte del mio corpo. E come faccio a non rispettare il mondo, le mie ossa e la mia carne? Tutta questa materia non mi appartiene, mi è stata data in prestito soltanto per un frammento di tempo. E la rispetto perché è il mio tempio, il tempio dove risiede la Dea impensabile. Lo spirito è materia, e la materia è spirito, l’universo nasce ed esplode costantemente, e al suo centro, là dove mi sono inginocchiata, io sono.
Se dico sono lì, intendo dire sono in ciò che sostiene qualunque vita, nella fonte incessante di energia che distribuisco con la mia mente, il mio cuore, il mio sesso. Energie di una purezza sublime che, sbocciando da me, ripuliscono il mondo. Restituisco il profumo all’atmosfera, la dolcezza alle acque dei fiumi, la fertilità alla terra e la vita a tutti gli oceani. Non esiste un solo luogo nel cosmo in cui non sia presente.
In ogni attimo, non abbandono mai il presente. Nulla può incatenarmi, né il passato né il futuro. Né i sentimenti né i progetti.
Costante, fedele al mio posto, ricevo e do. E quando dico sono del mondo e di me stessa significa che mi abbandono senza reticenze, eliminando alla radice ogni critica. Non giudico.
Non mi allontano mai, neanche per lo spazio dello spessore di un capello; appartengo. Perciò sono nuda, nuda come un albero, un uccello o una nuvola. Sono del mio corpo, della mia carne e del mio sangue; essendo, mi è impossibile abbandonare o abbandonarmi a me stessa. Come non amare ciò che mi possiede amorosamente?
Così come mi do alla terra, mi do alla mia carne e alle mie ossa. Così come mi affido agli oceani, mi affido al mio sangue. Così come mi abbandono all’aria, mi abbandono alla mia pelle; così come mi raccomando alle stelle, mi raccomando ai miei capelli. E colma di questo amore, raggiante, agisco sul mondo e su me stessa.
Agisco, vale a dire vado con il mondo, eliminando gli ostacoli, trasmettendo l’energia che mi arriva da oltre le stelle. Mi limito ad arricchire e a purificare, a nutrire, a comprendere, e a purificare.
Inoltre agisco su me stessa: mi apro a tutti gli infiniti, lascio circolare in tutti i pori della mia pelle l’alito degli dei. Mi lascio attraversare da tutti i misteri. E al centro del mio ventre, divenuto infinito, ricevo e lascio nascere la luce nella sua interezza.
(tratto da “La via dei Tarocchi”, di Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa)