Manovella de luna
I gradassi: so’ fessi.
I presuntuosi: noiosi.
I narcisi: da analisi.
I maschilisti: egoisti.
I saputi: mejo cornuti.
I pigroni: ma che maroni.
I piacioni: soliti cojoni.
I principi azzurri: buzzurri.
Gli intellettuali: competono rivali.
I perfettini: rodono gli intestini.
I delinquenti: poi so’ lamenti.
I divorziati: vonno esse viziati.
Gli artisti: casinisti.
Caro sor maè,
fosse che la mancanza de la costola
li faccia tutti fallati,
ma se pure c’hanno er fallo,
Dio der cielo,
Madonna della terra,
fateme conosce n’omo
allegro, bello, spensierato
e de ingegno,
che me faccia tanto ride,
me voja bene con rispetto,
me ‘nsegni de poesia, de avventure
e glie basti lo ventre mio a tutte l’ore,
che giuro lo farei contento
e satollo come un re de coppe.
Ah, ma c’hai ragione,
l’Eden ha chiuso la staggione,
me tocca nuotà in questo mare fangoso.
Armeno so’ sicura che per ricambio
anche io nun so’ certo un facile connubio.
Intanto me dipingo nei sogni
l’Adamo mio,
je stringo la mano dicenno:
Piacere caro, me chiamo Lilith,
nera de luna,
de costole ne ho tante,
se voi te ne presto una,
da usà nelle meningi,
pe’ manovella,
prima che s’arruginischeno
cor vento che gira vorticoso
nell’enorme castello voto che è
er cervello tuo.
Brava!!!
Cara Paola, grazie!