Istruzioni al cedimento: come invecchiare sceme
Eccoci di nuovo qui. Oggi, per questa rubrica dedicata al corpo estraneo, estraneo a noi per prime, mi pare il caso di parlare del tira e molla, ossia dei cedimenti, dei crolli, dei piccoli disastri che ad un certo punto tradiscono la nostra immagine.
Un giorno ti alzi, vai in bagno, incontri lo specchio e sei diversa. Possibile che non me ne sia mai accorta? I segnali devono esser cominciati prima. Che dico, ma no, ieri non c’erano. Magia, anatema, sacrilegio! All’improvviso, il tempo è passato.
Seguono mesi a imprecare, a tentare rimedi della nonna, maschere, sieri, trattamenti, cremine, gocce, acido ialuronico, ginnastica facciale, diete, pilates, yoga, danza, meditazione, a leggere articoli su punturine, fili di trazione, tutto naturale, tutto riassorbibile, la chirurgia per carità no! E chi più ne ha più ne metta.
Anni ad inseguire la freschezza di sempre. Anni a elaborare il lutto, ad accettare la nuova te. Mentre continui a chiederti quand’è che è successo. Deve essere colpa di quella fase, di quella relazione, di quel lavoro, di quella malattia, degli stravizi.
Alla fine reagisci, scegli alcune pratiche di cura quotidiana, ti concentri sulla valorizzazione dei tuoi punti di forza, incrementi il fascino, curi i dettagli, alleni l’autostima e l’erotismo di una donna più consapevole. Finalmente sembri trovare una centratura, in fondo non sei male dai.
Poi, una mattina, ti alzi, vai in bagno, incontri il solito specchio e boom! Sei nuovamente cambiata! Dove, come, quando? Indaghi ogni poro, perlustri ogni millimetro di pelle. Un crollo là, un cedimento qui, un gonfiore lì. Ancora, ancora, ancora. Ma no, dai, domani passa, ho dormito poco. Devo fare la pulizia del viso, sono stressata, ho bisogno di volermi più bene, non devo mangiare latticini…e riparte la giostra.
Da indisciplinata militante più e più volte mi dico che devo praticare con costanza l’estirpazione degli stereotipi sulla bellezza, specialmente femminile, sulla perfezione estetica, sulla forma fisica, sulla giovinezza, sulle over 40, sulla paura di non piacere più, di non incontrare più l’amore e tanto altro.
Che ogni età sia bella, come ogni corpo, ogni espressione, mi è chiaro. Chiarissimo. Ci credo profondamente. Ma amiche, diciamocelo, è naturale il conflitto con il tempo che passa. Ognuna di noi lo affronta prima o poi. La differenza sta sempre nel come reagiamo.
E allora, con la sana ironia che l’indisciplina nutre grazie alla leggerezza, ho pensato di cambiare approccio. Siamo travolte di consigli, blog, prodotti, dottori e guru dell’eterna giovinezza. Mi son detta: ma se invece volessi capire come invecchiare?
Pensa che ti ripensa, tra una pernacchia e una linguaccia, ecco dunque le:
ISTRUZIONI AL CEDIMENTO
come invecchiare sceme
AGENDA TRAINING SETTIMANALE
(tre o quattro volte l’anno, al bisogno)
LUNEDÌ
Alzati, appiccia ‘o caffé, vai in bagno, espleta tutto quello che devi espletare, guardati allo specchio. Ridi. Non ci riesci? Ridi per finta. Ad alta voce. Sì, ad alta voce. Usa tutte le vocali per ridere: Ah ah ah, eh eh eh, ih ih ih, oh oh oh, uh uh uh. Se ti scappa da ridere veramente lasciati andare. Se no, sentiti pure scema, che la scemitudine fa benissimo, e continua a ridere per finta. Almeno due minuti. Ah, attenta al caffè, che si brucia.
MARTEDÌ
Alzati, appiccia ‘o caffé, vai in bagno, espleta tutto quello che devi espletare, guardati allo specchio. Piangi. Non ci riesci? Piangi per finta. Ad alta voce. Sì, ad alta voce. Usa di nuovo tutte le vocali per piangere: Ah ah ah, eh eh eh, ih ih ih, oh oh oh, uh uh uh. Se ti scappa veramente la lacrima lasciati andare. Piangi e vocalizza. Altrimenti, ritorna a sentirti scema come ieri e continua a piangere per finta. Almeno due minuti. Ah, pure oggi attenta al caffè, che si brucia.
MERCOLEDÌ
Alzati, appiccia ‘o caffé, vai in bagno, espleta tutto quello che devi espletare, guardati allo specchio. Prendi un rossetto. Tratteggia sullo specchio i contorni del tuo viso. Esagera tutti i punti che vedi critici. Peggiora le guance e gli occhi cadenti, ingrossa il naso, amplifica le borse e le occhiaie, evidenzia le rughe. Osserva l’autoritratto, lancia un bacetto o una pernacchia al tuo riflesso, non pulire lo specchio, corri a spegnere il caffè che probabilmente l’hai bruciato.
GIOVEDÌ
Alzati, appiccia ‘o caffé, vai in bagno, espleta tutto quello che devi espletare, guardati allo specchio. Fatti una risata. Prendi pezzetta e sapone. Cancella piano piano la tua caricatura. Riappari tu. Mica male no? Sempre meglio di come ti vedi di solito. Quando ci fissiamo sui nostri difetti, questi diventano giganteschi. La nostra mente distorce i sensi. Nel frattempo rifatti il caffè.
VENERDÌ
Alzati, appiccia ‘o caffé, vai in bagno, espleta tutto quello che devi espletare, guardati allo specchio. Prendi il cellulare e fatti una foto. Confrontala con una tua foto da ragazza. LO SO: TRAGEDIA! Beviti il caffè che ti tira su. Riguarda le foto. Individua tutti i difetti di te giovane. Non li trovi o sono pochissimi? Bene. Eppure all’epoca ne vedevi assai. Appuntati tutti i difetti che vedi ora nelle due foto. E appunta i difetti che vedevi all’epoca nella foto da ragazza. Gli appunti che riguardano la tua giovinezza sono sicuramente interessanti non trovi? I difetti che vedi ora sono nulli o pochi. Quelli che vedevi allora una lunga lista. Bene. Riguarda la tua foto del presente e rileggi la lista dei difetti. Sappi che tra 5, 10 o 20 anni questa lista la ridurrai al minimo o la cancellerai del tutto, pensando: mi lamentavo tanto che stavo invecchiando, ma non ero mica male! Ergo, cerca di guardarti con gli occhi di una ottantenne e ti piacerai un poco di più. Intanto rimetti su un altro caffè.
SABATO
Alzati, appiccia “o caffé”, vai in bagno, espleta tutto quello che devi espletare, guardati allo specchio. Inizia a massaggiarti il viso. Man mano che massaggi passa ad un vero e proprio stropicciamento, tira qui, alza là, allarga la bocca, aggrotta le sopracciglia. E vai con il tuo massimo repertorio di smorfie e grugniti. Tutto un crollo, tutto un cedimento. Impasta, faccia da trota, impasta, faccia da demone, impasta, faccia da sbornia, impasta e così via per almeno due o tre minuti. Sciacquati il viso. Ecco, ora che sei calma e rilassata, non sei affatto in disastro, o no? Sì, hai bruciato di nuovo il caffè, ma che ci vuoi fare, fa parte della maturità, la memoria breve inizia a far cilecca. Dai, scherzo! Rifai il caffè. Se può consolarti, io lo brucio da quando ho 15 anni.
DOMENICA
Alzati, vai in bagno, espleta tutto quello che devi espletare. Poi appiccia ‘o caffé, aspetta che esca e bevilo subito, gustatelo, non aver fretta. Aggiungi biscotti, o quant’altro ti piace per colazione, quando hai finito, vestiti. No, non guardati allo specchio. Per un giorno interno niente riflessi. Se proprio devi truccarti, fallo a memoria per la base e il fondotinta, usa uno specchietto piccolissimo per gli occhi. Sei pronta? Bene, metti una musica che ti diverte, alza il volume tanto perché il vicino sappia che esisti, e con tutta la scemitudine che conosci, shakera il viso, fai ballare la cellulite, sballonzola le maniglie dell’amore, dondola le borse sotto gli occhi, libera le guance a penzoloni, che si diverta tutto il tuo corpo, che gioisca il tuo viso! Evviva, evviva, evviva essere come si è!
Mie belle spettinate, queste sono piccole istruzioni giocose per un allenamento che possa ricordarci di essere leggere, ché saremo bellissime sempre e comunque se ci prendiamo meno sul serio. Allenarsi ad invecchiare con sana idiozia. Ovviamente non passeranno di colpo i conflitti con il corpo che cambia, ci saranno ancora alti e bassi, per questo di tanto in tanto staccare, fare pratica di gioco, aiuta assai.
Quindi, mentre davanti allo specchio faccio tira e molla con le mie guance lascive, vi saluto con l’ultima istruzione:
UN GIORNO A SETTIMANA ( o al bisogno)
Scegliete la cosa più scema da fare e fatela con la serietà delle bambine quando giocano. Siate fantasiose, creative, stupitevi! Deve essere qualcosa che vi faccia ridere già solo a pensarla. Cito alcuni esempi:
– Indossare un naso rosso da clown e andare a fare la spesa.
– Disegnarsi dei baffi o delle mega sopracciglia unite con la matita per gli occhi, uscire come se niente fosse.
– Indossare una scarpa diversa dall’altra.
– Scartare un assorbente interno, infilarlo nell’orecchio, uscire disinvolta. Come potete vedere in Non sapevo di essere donna
Beh, meravigliose indisciplinate, fatemi sapere come va! Condividete queste istruzioni con tutte le amiche in fase di serissima guerra con la propria immagine. Scrivetemi, scambiamoci suggerimenti di scemitudine, pratiche di allenamento al cedimento. Ché in fondo, essere buffe, mica è male.
Intanto, buone rughe a tutte!
Cara la mia Marzia, arriva ad hoc questa tua, quanto veritiera dissertazione, su i nostri ” crolli fisici” ed il relativo rapporto con la nostra immagine che cambia…ed é esattamente come hai destritto: un lento quanto inesorabile cambiamento. Purtroppo solo dopo gli anta e più ti rendi conto di quanto siamo state spietate con noi stesse, solo oggi mi rivedo in quelle foto da giovane e mi dico: caz non ero per niente male! Eppure vedevo più difetti che pregi. Prenderò spunto dai tuoi saggi suggerimenti, abbiamo diritto di invecchiare in santa pace, fregandocene di non corrispondere ai canoni imposti…sorridendo dei difetti, perché la vita merita anche una sua leggerezza, tanto avremo sempre sfide da affrontare, non credo sia opportuno caricarci di ulteriori pesi con le guance e seni che cadono un po’ più giù 😉😊…sono convinta che le tracce della nostra essenza siamo misurabili altrove, con la passione per la vita, nel cavalcare a pelo le nostre fragilità e provare ad essere ciò che siamo con quel coraggio che ci appartiene nei secoli dei secoli…e così sia! 💗
Anna bella, le tue parole come sempre sono portatrici di bellezza. Tutto vero, concordo pienamente.
E così sia!